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Dal green al digitale, il Recovery Plan per ripartire

Data di pubblicazione:
11 Dicembre 2020

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In fase di definizione la bozza dei progetti per i finanziamenti europei del Next Generation Eu: uno sguardo agli interventi nei vari settori a cui saranno destinati

Digitalizzazione e innovazione; transizione ecologica ed energetica; infrastrutture e mobilità sostenibile, e poi ancora, istruzione e ricerca; inclusione sociale; salute.

Sono questi i macro temi, le priorità su cui verte la bozza del Recovery Plan, il piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per tradurre in progetti concreti i finanziamenti europei del Next Generation Eu, varato dall’Unione Europea lo scorso luglio per integrare il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e intervenire a sostegno delle conseguenze economiche e sociali causate dalla pandemia.

196 miliardi totali: è questo il contributo che dovrà tradursi in investimenti concreti ed efficaci per garantire la massima resa e risultati tangibili. L'obiettivo è un'Europa più ecologica, digitale e resiliente.

Nella bozza del Piano su cui è al lavoro il governo vengono tracciati gli obiettivi, le riforme e gli investimenti, l’attuazione e il monitoraggio del piano e la valutazione dell'impatto economico.

E già si vanno a delineare i primi interventi nei vari settori, che dovranno poi essere confermati nella versione definitiva del testo, tuttora in fase di definizione.

Quello della sostenibilità ambientale si conferma un tema cardine e caro all’Europa, tanto che ai progetti green dell’area “Rivoluzione verde e transizione ecologica” sono destinati 74,3 miliardi.

Tra questi, ben 40,1 miliardi sono destinati all’aumento dell’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici, per cui è stata confermata l’estensione del cosiddetto superbonus 110%, che già annovera interventi nei condomìni. Sono inoltre previsti investimenti per la produzione di idrogeno in siti brownfield e da elettrolisi, per progetti di transizione energetica e mobilità locale sostenibile, per la tutela e la valorizzazione del territorio e della risorsa idrica e per impresa verde e l’economia circolare.

Alla digitalizzazione e innovazione saranno destinati 48,7 miliardi. Fondamentali saranno i progetti e gli investimenti volti alla transizione di aziende e imprese in ottica 4.0.

L’innovazione si conferma dunque, ancora una volta, uno dei volani principali per accrescere la competitività delle aziende: benvenuta quindi la digitalizzazione dei macchinari, delle infrastrutture e dei processi, che dovranno essere sempre più performanti ed efficienti.

Con un occhio di riguardo anche alla pubblica amministrazione (a cui sono destinati 10,1 miliardi di euro) e alla cultura e turismo (3,1 miliardi).

Un’altra quota dei fondi verrà dedicata alle infrastrutture per una mobilità più sostenibile: 27,7 miliardi per l’intermodalità, la logistica integrata e le grandi opere già in corso.

Sono previsti progetti di sviluppo delle infrastrutture portuali e di interconnessione, per migliorare la capacità produttiva e la sostenibilità ambientale dei principali porti italiani, strategici per l’Italia e per il commercio nel Mediterraneo, affiancati da interventi di efficientamento energetico.

Nel piano per le infrastrutture entrano anche grandi opere già in corso come la Napoli-Bari, la Brescia-Padova, per citarne alcune.

In ambito Salute i fondi dedicati (9 miliardi) riguardano le cure di prossimità, la telemedicina, l’innovazione e digitalizzazione.

Infine, ma non meno importanti – anzi - sono previste riforme e investimenti anche nel settore dell’istruzione e ricerca (19,2 miliardi), parità di genere, coesione sociale e territoriale (17,1 miliardi).

In un contesto come quello delineato, che prevede importanti investimenti in ottica di crescita e sviluppo, il lease si conferma il partner ideale per istituzioni, aziende e imprese perché fornisce la liquidità necessaria per semplificare gli investimenti e rendere più flessibili i costi di gestione, contribuendo quindi alla ricrescita economica delle imprese e del Paese.

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