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La vita sempre più lunga dei beni in leasing

Data di pubblicazione:
4 Luglio 2019

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Dati e microchip permettono di tracciare il ciclo di vita di macchinari, impianti energetici, veicoli e mezzi aeronavali per i quali si aprono nuove possibilità di riutilizzo di cui beneficiano vendor e operatori di remarketing

Il remarketing dei beni ex leasing, ovvero il recupero e la ricollocazione di macchinari, attrezzature, immobili, veicoli, e quanto rivenga da un contratto di leasing, è un tema attuale. Esso si interfaccia, da un lato, con l’andamento del mercato di riferimento e, dall’altro, con le innovazioni tecnologiche che impattano sulle modalità di gestione del bene stesso.

Grazie alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, in particolare dall’internet 4.0, è ormai possibile raccogliere ed elaborare dati e informazioni preziose dai beni strumentali, che tornano molto utili in caso di rivendita.

Sono sempre più frequenti, infatti, i macchinari che vengono prodotti con chip che tracciano e registrano informazioni quali, ad esempio, il livello di utilizzo, le performance, la necessità di manutenzione.

Elaborando i dati salvati in cloud e confrontandoli con i dati di macchinari analoghi, è possibile, ad esempio, ipotizzare modalità diverse di utilizzo del bene, con un conseguente maggiore efficientamento e miglioramento delle performance.

Impatti positivi si hanno anche nel caso di leasing operativo: potendo risalire alle informazioni sul livello di utilizzo e sulla ‘vita utile’ residua del bene, il vendor ha la possibilità di riutilizzarlo in altri mercati.

Analogamente, nel leasing finanziario, in caso di ritiro di un bene per insolvenza, è possibile rivendere il bene, conoscendone il ciclo di vita residuo e, di conseguenza, potendo meglio definire il prezzo di rivendita.

Il mercato del remarketing, infatti, ha una portata da non sottovalutare, per quanto anche nel settore del leasing nel 2018 si sia registrata una diminuzione degli NPL (contratti non-performing) rispetto all’anno precedente, se pur con percentuali inferiori rispetto al settore bancario, pari al 16%.

La consueta indagine annuale svolta da Assilea[1] ci offre una panoramica interessante per comprendere i termini dell’andamento di questo mercato.

È interessante notare come, sul totale degli NPL, l’80,7% sia costituito da immobili, il 10,3% dallo strumentale, il 3,6% dall’energia, il 2,9% dall’auto e il 2,5% dal settore navale-ferroviario.

Nel biennio 2017-2018 si è registrata solo una lieve diminuzione del ricollocamento dei beni mobiliari mentre, di contro, si è osservato un leggero aumento nel comparto immobiliare. Ma a fine 2018 lo stock dei beni strumentali (macchinari e così via) continuava ad essere quattro volte più grande di quello degli immobili.

Per quanto riguarda le modalità di ricolloco, nel comparto immobiliare la modalità più frequente rimane la rivendita a terzi (+2,4% rispetto all’anno precedente, rappresentando circa i 3/4 del totale dei ricollochi).

I conferimenti a un fondo immobiliare scendono all’1,3%, a beneficio della locazione ordinaria, che nel 2018 raggiunge il 13,5% (era 3,6% nel 2017). Un ulteriore 12,5% ha interessato beni immobiliari destinati ad un nuovo contratto di leasing.

E riguardo ai tempi di vendita? Certamente una rivendita in tempi brevi è a vantaggio di tutti, non solo delle società di leasing, ma anche del cliente che vede così estinto il suo debito, e un adeguato processo di gestione dei beni ex-leasing implica un continuo monitoraggio dei valori di realizzo nel tempo.

I tempi medi di rivendita si assestano sui 6-7 mesi per il settore auto, per il quale la rivendita a terzi, grazie anche alla migliore dinamica del mercato di riferimento, è cresciuta di valore; e sui 10 mesi nel reparto strumentale.

Infine, rispetto ai valori di realizzo, mentre si registra una diminuzione nel comparto strumentale, si osserva un aumento del valore derivante da rivendita a terzi nel settore auto e nel mercato immobiliare che, in controtendenza rispetto al passato, dopo anni di crisi vede aumentare i valori assoluti e osserva una minore svalutazione del valore economico del patrimonio immobiliare.


[1] Fonte: To Lease – Report annuale Assilea 2019

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