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Anche il leasing diventa smart con l’Internet of Things

Data di pubblicazione:
30 Aprile 2019

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Dalla Smart home all’Industry 4.0, le nuove frontiere dell’Internet delle Cose che compie 20 anni: i risultati della ricerca dell’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano presentati in occasione di un convegno sul tema

Internet of Things, Internet delle cose, IoT.

L’internet degli oggetti (intelligenti), nonostante sia nato circa 20 anni fa, è solo negli ultimi anni che, grazie alle tecnologie sempre più sofisticate, si sta diffondendo trovando applicazioni in un numero sempre maggiore di ambiti.

Grazie all’innovazione tecnologica infatti, gli ‘oggetti intelligenti’ (smart objects) sono sempre connessi, in grado di inviare e ricevere informazioni e di elaborare dati, e soprattutto sono interconnessi tra loro, offrendo delle potenzialità fino a pochi anni fa inimmaginabili.

Con l’evoluzione della tecnologia e la nascita di nuove opportunità, il mercato dell’IoT in Italia è in costante crescita (nel 2018 regista un + 35% rispetto al 2017), raggiungendo i 5 miliardi di euro di fatturato.

Se ne è parlato lo scorso 17 aprile al convegno ‘Buon compleanno Internet (of Things)’ promosso dal Politecnico di Milano – Osservatorio Internet of Things, che ha presentato una ricerca sul tema.

Noi eravamo presenti per raccontare la nostra esperienza in un mercato in continuo cambiamento, che richiede una sempre maggiore capacità di innovare e innovarsi per essere competitivi e al passo con i tempi.

Il tema dell’IoT sta sempre più permeando la nostra quotidianità, privata e professionale, con forti ripercussioni nel mercato, in moltissimi settori. A partire dallo Smart Metering, ovvero i contatori connessi: dalla misurazione dei consumi, alla telegestione, all’ottimizzazione della distribuzione fino alla gestione della mobilità elettrica, a oggi è il settore che si è affermato maggiormente – ed è tuttora in continua crescita.

Anche il mercato della Smart Home, grazie anche all’affermarsi degli assistenti vocali - da Google Assistant a Amazon Echo -, è in forte ascesa, non tanto in valori assoluti (380 milioni di euro nel 2018) ma soprattutto in prospettiva: la spesa italiana è infatti 6,3 €/persona, in UK è di 21,7 €/persona, e in USA arriva a superare i 42 € /persona; dati che fanno ben sperare in una ulteriore crescita in questo settore.

Parallelamente, il settore della Smart Car sta evolvendo molto rapidamente: circa 1/3 del parco auto circolante e il 70% delle nuove auto immatricolate nel 2018 sono connesse.

L’offerta è sempre più ricca in termini di servizi, dalla manutenzione da remoto fino all’apertura e chiusura delle portiere, ad esempio.

Il trend che si sta affermando è la creazione di partnership per creare valore: pensiamo ad esempio alla partnership tra le case automobilistiche e le assicurazioni: i dati raccolti dall’auto possono essere utilizzati dall’assicurazione per offrire polizze scontate a chi ha uno stile di guida più virtuoso.

Infine, uno degli ambiti che è cresciuto di più in valore assoluto (+40% nel 2018) è quello della Smart Factory, IoT per l’industria 4.0.

Anche se esiste una dicotomia tra grandi aziende, che già hanno compreso e adottato sistemi innovativi e ‘intelligenti’, e piccole-medie aziende, in cui l’IoT non si è ancora affermato, assistiamo alla nascita di progetti di Smart Factory legati alla gestione della produzione, alla manutenzione predittiva e preventiva, e al controllo della qualità dei prodotti, ottenendo benefici in termini di efficienza ed efficacia.

E proprio in questo specifico settore è intervenuta Teresa Alberti, responsabile del Servizio Change Management e Business Innovation di Alba Leasing:

‘‘Il ruolo di una società come la nostra, che concede credito alle imprese sia come leasing finanziario che come leasing operativo, negli anni è cambiato molto.

Ci troviamo di fronte a rivoluzioni tecnologiche molto forti, che spesso sono poco recepite dalle piccole e medie imprese. Il ruolo di una società finanziaria è anche quello di diffondere la cultura e sensibilizzare sui benefici che provengono dall’utilizzo e dalla gestione di dati derivanti dall’uso di sensori applicati al proprio business.

Già da diversi anni abbiamo avviato sessioni di formazione sull’industry 4.0 e sull’utilizzo intelligente di sensori, non solo nella fabbrica ma anche in ambienti diversi, come in agricoltura o negli alberghi.

Si tratta di un vero e proprio cambiamento culturale, dove è fondamentale fare capire all’imprenditore che con l’utilizzo di questi dati migliora in efficienza e in efficacia”.

Il nostro ruolo – prosegue Teresa Alberti - è spesso di HUB: mettiamo insieme, in partnership, tante aziende, con lo scopo di vendere una soluzione.

Alcuni esempi? Moltissimi macchinari hanno una SCARD, un sensore nativo che permette di collezionare e di inviare in cloud una serie di dati relativi alla vita di una macchina.

È una sorta di carta di identità della macchina che permette – ad esempio - di prevenire guasti e fornisce ai vendor (che sono i nostri partner) delle informazioni rilevanti sulla vita del bene, offrendo un valore aggiunto sia per i clienti che per i vendor stessi.

A livello di mercato, con la sensibilizzazione sulla 4.0, nel bilancio di quest’anno abbiamo ben 369 milioni derivanti da Industry 4.0, a testimonianza che la sensibilizzazione e la creazione di questo HUB, ha favorito moltissimo l’incremento di business in questo settore.”

Sono quindi molti i progressi fatti, ma ancora tante le opportunità da coglier e per chi avrà il coraggio di non tirarsi indietro, di accogliere il cambiamento e trasformarlo in valore aggiunto.

 

PER APPROFONDIRE:

Il convegno "Buon compleanno Internet (of Things)": https://www.osservatori.net/it_it/convegni/buon-compleanno-internet-of-things

Le attività dell’Osservatorio Internet of Things: https://www.osservatori.net/it_it/osservatori/internet-of-things

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