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Cultura e creatività, il bello tira l'economia

Data di pubblicazione:
23 Maggio 2023

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Dall'arte ai beni culturali, dall'editoria alla manifattura, il ritratto di alcune aziende straordinarie che con ingegno e passione hanno saputo crescere e imporsi in un settore strategico per il sistema produttivo del Paese

Cultura e bellezza in Italia sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia.

Grazie alla loro relazione con la manifattura, hanno dato vita ad una delle più forti identità produttive del mondo: il Made in Italy.

Oggi le industrie culturali e creative, comprendendo anche quelle che per design, cura, qualità dei materiali e delle lavorazioni contribuiscono a diffondere ovunque l’immagine dell’Italian way of life, sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana.

Non solo perché i numeri dimostrano che rappresentano una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza. Ma anche perché sono un autentico motore di innovazione per l’intera economia.

Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, formato da 270.318 imprese e 40.100 realtà del terzo settore, dà lavoro a 1,5 milioni di persone che producono ricchezza per 88,6 miliardi di euro (anno 2021). Le attività culturali e creative attivano valore anche in altri settori dell’economia (turismo, trasporti e manifattura) per 162,9 miliardi di euro, facendo arrivare l’impatto della cultura e della creatività a 252 miliardi di euro con una incidenza sull’intera economia pari al 15,8%.

Una ricerca sui finanziamenti di Alba Leasing ha fatto emergere che attualmente nel proprio portafoglio crediti conta oltre 1.200 contratti attivi verso aziende del settore culturale e della creatività per 193 milioni di euro di stipulato, per oltre il 60% in beni strumentali e il 35% in immobili d’impresa.

Sono aziende impegnate in svariati campi della produzione artistica, dalla scultura alla musica, dalle arti visive e performative (teatri e cinema) alla grafica digitale.

Altre sono impegnate nell’ambito dei beni culturali, in modo specifico per la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico: musei, biblioteche, archivi, monumenti, conservazione e restauro d’arte.

Nell’industria editoriale si passa dalla produzione di videogame e software fino naturalmente all’editoria e alla stampa che, da sola, rappresenta oltre il 46% dello stipulato complessivo di Alba a reddito oggi nei settori di cui stiamo parlando.

Comunicazione, fotografia, architettura, design d’interni, oggettistica d’arredo, tessuti e tutto ciò che possiamo far rientrare, tra i beni di consumo, nella manifattura del bello e ben fatto (BBF) completano il quadro d’insieme di una industria – quella della cultura e della creatività – che contribuisce a dare lustro e splendore all’Italia nel mondo.

 

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