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Decreto Liquidità, cosa prevede per le imprese

Data di pubblicazione:
15 Aprile 2020

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Dalla Commissione Europea è arrivato il via libera allo schema di garanzie sui prestiti garantiti dallo Stato fino al 100% per partite Iva e professionisti e fino al 90% per le Pmi

Nuove misure a sostegno delle imprese italiane indebolite dagli effetti delle restrizioni e dall’emergenza sanitaria per il coronavirus: dopo il Decreto Cura Italia, e a integrazione di questo, con il cosiddetto Decreto Liquidità n. 23 dell’8 aprile vengono introdotti nuovi strumenti per offrire liquidità immediata alle imprese.

Il via libera è stato dato dalla Commissione europea che ha quindi avvallato sia le misure a sostegno dell'economia previste dal Governo italiano sia lo schema di garanzie destinato ai lavoratori autonomi e alle piccole e medie imprese.

In totale sono previsti 400 miliardi di euro: 200 miliardi per il mercato interno e 200 miliardi per potenziare l’export. Con il Decreto Cura Italia di marzo, che ne aveva liberati 350, complessivamente vengono mobilitati fino a 750 miliardi euro, quasi la metà del nostro Pil, per intervenire in aiuto delle imprese italiane in questo difficile momento, affinché possano affrontare l’emergenza e ripartire il più presto possibile.

Come? Attraverso prestiti garantiti dallo Stato fino al 100% per le piccole partite Iva e professionisti su importi fino a 25.000 euro oppure fino al 90% per le imprese più grandi che potranno richiedere fino al 25% del fatturato o al doppio del costo del personale.

In questo caso, la percentuale di garanzia offerta dallo Stato (70%, 80% o 90%) dipenderà dal numero di dipendenti e dal fatturato: per le imprese con meno di 5.000 dipendenti e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro è prevista una copertura del 90% dell’importo richiesto e una procedura semplificata per l’accesso alla garanzia. Per le imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro la copertura scende all’80%, fino ad arrivare al 70% per le imprese con fatturato sopra i 5 miliardi.

Le garanzie saranno erogate attraverso SACE, società che rimane nel perimetro di Cassa Depositi e Prestiti.

Sono previste alcune limitazioni, tra cui quella di non potere erogare dividendi per le società che accederanno ai prestiti e che le spese finanziate siano destinate ad attività produttive localizzate in Italia.

Viene inoltre potenziato lo strumento del Fondo centrale di garanzia per le PMI, già citato nel recente Decreto Cura Italia.

Per le piccole e medie imprese con meno di 500 dipendenti, sui prestiti fino a 5 milioni di euro è prevista la garanzia dello Stato per il 90% dell’importo finanziato.

Infine, per rispondere al bisogno immediato di liquidità delle piccole partite Iva e professionisti, è prevista una ulteriore misura: per i prestiti fino a 25.000 euro lo Stato sarà garante per il 100%. Non è prevista nessuna valutazione del merito creditizio né altra garanzia. Con un mero automatismo, sarà sufficiente dimostrare di avere i requisiti: essere titolare di partita Iva e avere presentato l’ultima dichiarazione dei redditi.

Il Fondo centrale di garanzia è già operativo e viene utilizzato con l’intermediazione degli istituti bancari e creditizi; grazie all’incremento delle risorse disponibili, alla semplificazione delle procedure e all’innalzamento del livello delle garanzie, si prevede un aumento del suo utilizzo.

Il nuovo strumento gestito da Sace sarà invece operativo nei prossimi giorni: attraverso il sistema bancario sarà possibile usufruire di questo potente sostegno alla liquidità.

Sempre per sostenere la liquidità delle aziende, sono previste ulteriori misure che andranno ad aggiungersi a quelle emanate: un differimento delle scadenze fiscali, con la sospensione di ritenute e contributi anche per i mesi di aprile e di maggio, e un intervento aggiuntivo che verrà introdotto nel decreto di metà aprile. Si parla di ulteriori 30 miliardi a sostegno dei 200 miliardi di garanzie, e un ulteriore potenziamento del Fondo centrale di garanzia a sostegno delle PMI.

Infine, con il decreto viene potenziato il Golden Power al fine di salvaguardare gli assetti delle società operanti in settori strategici, che viene esteso anche ai settori assicurativo, creditizio, finanziario, acqua, salute, sicurezza.  Attraverso questo strumento sarà possibile intervenire nel caso vi siano operazioni di partecipazioni superiori al 10% all’interno dell’UE.

 

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