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Quale futuro per la sharing economy

Data di pubblicazione:
15 Luglio 2020

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Il distanziamento sociale ha imposto nuove regole e nuovi comportamenti, facendo ripensare i modelli dell’economia condivisa: soluzioni e risposte concrete ci arrivano dal leasing.

Il piacere di utilizzare un bene senza gli oneri o il peso di doverlo possedere. È questa, in estrema sintesi, la filosofia, il pensiero che sta alla base dell’economia della condivisione, che negli ultimi anni ha conquistato milioni di persone in tutto il mondo.

Un modello grazie al quale è possibile prenotare una stanza riunioni in aeroporto a New York, abitare una house boat ad Amsterdam, scivolare su un monopattino lungo le Ramblas a Barcellona o guidare una Mercedes nel centro di Milano, senza essere il proprietario sempre di tutto ma pagando “solo” per il tempo di effettivo utilizzo.

La sharing economy, che ha caratterizzato l’ultimo decennio e ha convinto non solo i millennials e i ragazzi della Z-generation, ma anche i 50enni residenti nelle grandi città – in Italia e in Europa – attenti all’innovazione, alla sostenibilità e all’ambiente, si basa sui principi della condivisione: della casa (con Airbnb per esempio), del luogo di lavoro (con gli spazi di co-working), della macchina, della bicicletta fino al monopattino (sharing mobility).

Un modello che si basa sulla scelta di non possedere un bene ma di utilizzarlo solo quando serve, che si è rapidamente diffuso a livello globale, e che sembrava inarrestabile.

Sembrava. Poi è arrivato il Covid-19.

La pandemia, la limitazione degli spostamenti, il lockdown e il distanziamento sociale che ha caratterizzato (e caratterizza ancora) le fasi successive dell’emergenza sanitaria, hanno imposto nuove regole e nuovi comportamenti.

È ancora presto per tirare le somme e delineare un trend, vero è che stanno emergendo i primi segnali che mettono in discussione ciò che prima era scontato.

Le persone stanno ripensando il concetto di utilizzo condiviso di uno stesso bene (la casa, l’auto o lo spazio di lavoro) che sta alla base della sharing economy, principalmente per il timore di usare un bene utilizzato anche da altre persone.

Come sarà dunque possibile, in questo contesto tuttora incerto, continuare a soddisfare i vantaggi offerti da sharing economy e sharing mobility?

Da non sottovalutare anche l’aspetto economico e il risparmio derivante dal noleggiare un bene invece che acquistarlo, vantaggi che in questa congiuntura economica di scarsa liquidità sono tutt’altro che indifferenti.

In questo senso potrebbe essere proprio il leasing a offrire risposte e soluzioni a coloro che preferiscono l’utilizzo del bene – vuoi per ragioni di sostenibilità, di scelta green, di comodità o anche economiche - rispetto al suo possesso.

Acquisire un’auto o un bene strumentale (ma anche una bici elettrica) pagando un canone mensile permette di ottimizzare costi e oneri di manutenzione, di ovviare il rischio di obsolescenza e, non ultimo, di soddisfare il bisogno di liquidità di imprese e privati.

Un ripensamento e una riconsiderazione delle opportunità già a nostra disposizione, dunque, piuttosto che non un nuovo modello. E il leasing, in questo contesto di incertezza, potrebbe essere la risposta che cerchiamo.

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