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Workplace e sorrisi, i nuovi modi di comunicare nelle aziende

Data di pubblicazione:
7 Marzo 2019

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“Impresa e comunicazione” al centro dell’incontro con Annalisa Galardi nella sede di Alba Leasing

Il ruolo della comunicazione all’interno delle imprese che affrontano sfide importanti: dallo smart working allo storydoing, dall’engagement al sorriso.

Ne ha parlato Annalisa Galardi, professoressa in comunicazione d’impresa all’Università Cattolica di Milano, al primo incontro Albaville del 2019.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un cambiamento importante e straordinariamente rapido portato avanti dal mondo digitale. Le imprese si trovano ad affrontare nuove sfide, e la comunicazione sta assumendo un ruolo sempre più cruciale e determinante.

Ma quali sono i trend del momento?

In un contesto di cambiamento radicale, diventa fondamentale guardare il nostro lavoro in modo nuovo. Il tema dello smart working richiede un cambiamento di mentalità che non avviene in un giorno: molte imprese lo hanno già affrontato, altre vi si stanno avvicinando. Il ruolo della comunicazione diventa centrale per accompagnare l’azienda che decide di fare questo percorso.

Lo spazio assume per l’impresa una valenza comunicativa e un valore strategico: dalle scrivanie libere (non più assegnate), agli uffici che assomigliano sempre più ad abitazioni, con uno spazio quasi domestico dotato di cucina, divani e area relax.

Stiamo passando da una narrazione egocentrica, in cui lo spazio era raccontato come potenza dell’impresa, a una narrazione dialogica, in cui lo spazio interno ed esterno dialogano tra loro offrendo a chi guarda una dimensione di trasparenza e autenticità, a spazi con più funzioni d’uso e l’introduzione di elementi ludici all’interno del contesto lavorativo.

In questo contesto la comunicazione non può lavorare solo sull’immagine, ma deve fondarsi su un cambiamento culturale, di pensieri e azioni solide, autentiche e condivise.

Parallelamente quindi lo storytelling viene superato dallo storydoing: non è più sufficiente fare una bella narrazione, ma è fondamentale la coerenza con l’azione.

Solo dove vi è coerenza tra strumenti e canali, quindi, il brand è forte. Per questo motivo, il ruolo del comunicatore di impresa che arrivava alla fine di un processo è ormai obsoleto.  Adesso la comunicazione si deve porre all’inizio del processo, per cogliere il senso di un progetto, di un prodotto o di un brand.

E i dipendenti, le persone? Come si collocano in questo processo?

In un sistema che cambia, inserito in un mondo che cambia troppo velocemente, tutte le figure che ruotano intorno ai processi di cambiamento devono essere a bordo.

Le persone, i dipendenti di un’azienda, desiderano partecipare attivamente, non più ‘subire’ decisioni calate dall’alto.

Stanno prendendo piede attività che facilitano la partecipazione, perché dall’engagement delle persone si genera valore di business: ed ecco quindi esperienze come i work cafe, in cui scambiarsi idee in un contesto accogliente; o l’applicazione in azienda di metodologie partecipative in cui tutti possono contribuire alla costruzione del valore.

Il tutto in ambienti sempre più accoglienti, in cui le persone possano trovare (o ritrovare) il piacere di lavorare, con il sorriso e, perché no, anche divertendosi.

Infine, una riflessione sul rapporto tra uso e abuso del digitale ci porta a considerare che se da un lato gli strumenti tecnologici ci hanno abituati a essere in più posti contemporaneamente, dall’altro ci distraggono e riducono la nostra capacità di concentrazione.

Sta emergendo l’esigenza di rallentare, di mettere a fuoco e di tornare alla dimensione del qui ed ora, e si fa sempre più marcato il tema di come governare la presenza online senza scomparire dal perimetro della comunicazione.

Un tema ancora aperto, le cui risposte sono ancora tutte da costruire.

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