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Gruppo Molinas: Un successo costruito sul sughero

Data di pubblicazione:
19 Luglio 2019

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Dalla lavorazione di una materia prima naturale e assolutamente sostenibile l'azienda sarda ha costruito la fortuna di un ampio territorio: nel video, cosa c'è dietro la produzione di un semplice tappo di sughero in termini di ricerca e innovazione

Tradizione e tecnologia, manualità e innovazione, industria e ambiente. È questo il Sugherificio Molinas di Calangianus, un paese della Gallura, nell’estremo nord-est della Sardegna, leader in Italia nella lavorazione del sughero e una delle aziende più importanti del settore in Europa e nel mondo. Valorizzando una risorsa esclusiva del Mediterraneo occidentale. Il sughero, infatti, cresce e si sviluppa solo in sette paesi: Portogallo, Spagna, Algeria, Marocco, Tunisia, Francia e Italia. La Sardegna è la regione italiana dove se ne produce di più con circa 150.000 quintali l’anno.

In 100 anni di storia l’azienda sarda si è affermata a livello globale con il lavoro e la passione di quattro generazioni della famiglia Molinas: gli inizi di artigiano del capostipite Pietrino, la visione imprenditoriale del successore Peppino, l’affermazione come realtà industriale da parte dei suoi 8 figli, la diversificazione delle attività avviata negli anni ’90 nel turismo come in altri settori e oggi affidata agli ultimi discendenti.

 

Il complesso industriale

L’attività del Sugherificio Molinas è concentrata in un unico complesso industriale di quasi 50.000 metri quadrati di superficie coperta. Qui, uomini e donne di consolidata esperienza e professionalità, coadiuvati da una tecnologia sempre all’avanguardia, lavorano ogni giorno per ottenere dal sughero una vastissima gamma di prodotti. Dai tappi per l’enologia, quasi un miliardo all’anno fra le diverse tipologie, agli isolanti, ricercatissimi nella moderna bioedilizia; dai componenti per l’industria calzaturiera (le famose zeppe), ai rivestimenti per pareti e pavimenti.

Due milioni di tappi al giorno

Per sfruttare al meglio la qualità della materia prima, assolutamente rinnovabile, il Gruppo ha acquisito un patrimonio boschivo che ammonta oggi a circa 8000 ettari di sughereta tra Sardegna e Toscana. Da qui, e da altri 12 mila ettari non di proprietà, provengono i 300 quintali di sughero che vengono lavorati ogni giorno nell’impianto di Calangianus per produrre 2 milioni di tappi ogni 24 ore. I turaccioli prodotti dal Sugherificio Molinas in un anno, allineati uno dietro l’altro, coprirebbero una distanza pari alla circonferenza della Terra.

Il ciclo di produzione

I non addetti ai lavori non immaginano nemmeno cosa ci sia dietro la produzione di un semplice tappo. Dopo l’estrazione della corteccia dell’albero da sughero e il trasporto in stabilimento, sono circa una dozzina i passaggi del ciclo produttivo. Il sughero raccolto deve essere bollito in grandi vasche e diviso per qualità, tirato in “bande” e fustellato per assumere la forma voluta. Una volta modellato, lavato e trattato, per il tappo segue una nuova selezione, la rettifica e ritaratura, un’altra selezione ancora, stavolta elettronica e poi una ulteriore, organolettica cioè sensoriale, prima di essere spostato nell’unità di stampa per la timbratura finale. E il tappo è ancora all’inizio del proprio viaggio, che prosegue quindi nell’azienda vinicola per l’imbottigliamento, nella cantina di vendita, e chissà quanta altra strada deve fare ancora per arrivare alla nostra tavola.

 


La cura del dettaglio

Cuore del complesso industriale di Calangianus è il laboratorio di ricerca e sviluppo. È qui che vengono messi a punto nuovi processi di lavorazione e monitorata la costante e rigida applicazione delle norme imposte dalle numerose certificazioni. Come abbiamo visto, durante i vari cicli di lavorazione la materia prima semilavorata e finita necessita di un accurato lavoro di controllo e selezione. Un’attività basilare per la qualità finale dei prodotti che si ottengono e che, da sempre, il Sugherificio Molinas affida a personale di altissima competenza; personale formato in azienda e che del sughero conosce ogni minimo segreto. Sulle gamme di prodotti di particolare qualità, tecnici specializzati intervengono annusando ogni singolo tappo e rilevando eventuali deviazioni olfattive: dal tricloroanisolo (TCA), la sostanza responsabile del famigerato gusto di tappo, a muffe ed altre contaminazioni olfattive che possono rovinare il vino.

L’oro della Sardegna

L’attività del Sugherificio Molinas utilizza e dà valore ad una materia prima naturale rinnovabile per definizione, visto che con la sua raccolta gli alberi non subiscono alcun danno. Al contrario, nel tempo le sugherete hanno acquistato un notevole valore economico e sociale per l’intero territorio. Il sughero è valore e ricchezza per le aziende che lo trasformano e per chi lo lavora anche in foresta. Ogni anno sono numerosi gli operai che in tutta la Sardegna lavorano per raccogliere il sughero dalle piante e il raccoglitore è uno degli operai agricoli meglio pagati al mondo, con una retribuzione giornaliera fino a 130 o 150 euro.

Il connubio uomo-macchina

Tradizione antica, che risale ai tempi dei nuraghi 4000 anni fa, il settore del sughero è legato all’ambiente, alla natura e al fattore umano. Per secoli si è sviluppato utilizzando esclusivamente la manualità degli operatori: tutto si svolgeva attorno alla capacità di saper fare delle persone che ci lavoravano, dalla raccolta al taglio, alla sagomatura. L’opera di decortica ancora oggi si compie unicamente con la forza delle braccia e una scure. Si sono sperimentate tecniche meccaniche o laser che, però, non hanno dato i frutti sperati: un albero non è uguale a un altro, e un bosco è completamente disomogeneo, non è stato possibile standardizzare questo tipo di lavoro. Nella lavorazione del sughero, però, all’uomo si sono affiancate macchine a lettura ottica e apparecchiature meccaniche che hanno ridotto manualità e fatica degli operai andando incontro allo stesso tempo alle esigenze delle moderne industrie enologiche o dell’edilizia.

Energia investimenti green

Investimenti importanti hanno interessato anche l’efficientamento energetico, avviato negli anni ’90, dapprima con l’installazione dei primi pannelli fotovoltaici che oggi rivestono gran parte del complesso industriale. In tempi recenti avviene l’installazione di due grandi impianti di cogenerazione vapore ed energia, che coprono il fabbisogno energetico del polo produttivo di Calangianus combinando la salvaguardia dell’ambiente, la ricerca delle soluzioni più avanzate presenti sul mercato e per il Sugherificio Molinas un notevole risparmio economico oltre che di 300 tonnellate di combustibile fossile.

Alba Leasing, partner finanziario e tecnologico

Ad assicurare il cuore energetico e “green-rinnovabile” dell’azienda è stata Alba Leasing che, al di là del prodotto con i vantaggi fiscali che gli sono riconosciuti, ha affiancato il Gruppo Molinas come partner non solo finanziario ma anche industriale e tecnologico. Non solo spread, anticipi e durate, insomma, ma anche conoscenze di processo e fornitori qualificati nella scelta dei macchinari. Ovviamente anche la duttilità del leasing con il quale è stato possibile bilanciare i flussi aziendali con l’impegno del servizio del credito intervenendo su più variabili come anticipo, durata, riscatto, grace period, rate variabili, tutte leve non sempre presenti nei finanziamenti bancari.

Un Gruppo globale

Il Gruppo Molinas non è solo sugherificio. Negli anni è nata anche la Mondial Capsule, specializzata nella produzione di capsule a uso analogico, quegli elementi che fanno parte del packaging della bottiglia sia del vino fermo sia del vino spumante. A completamento della gamma produttiva è stata avviata una linea dedicata alle gabbiette. In questo modo si è creata una filiera, un gruppo imprenditoriale che pian piano si è esteso anche all'estero: sono nate unità produttive in Tunisia e in Portogallo, filiali in Germania e in Argentina, si sono aperti canali commerciali verso la Cina.

Non solo tappi: portualità e turismo

Nell’attività di diversificazione che è cresciuta negli anni è arrivato nel 1997 il capolavoro imprenditoriale e commerciale con l’acquisto della Marina di Porto Rotondo e l'annesso Hotel Sporting: era la prima volta che un gruppo imprenditoriale sardo acquisiva qualcosa che era stato realizzato e gestito da imprenditori che sardi non erano. Allora la famiglia Molinas cominciò a diversificare la propria attività orientandosi verso le industrie turistiche con l’acquisizione di altri importanti porti turistici sia nel nord sia nel sud della Sardegna: dopo Porto Rotondo arrivarono il Porto di Cala Bitta, Porto Marana, Porto di Bosa, Porto Karalis, i Cantieri Olbia Costa Smeralda. Una fortuna costruita sul sughero.

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