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La spinta all’elettromedicale, tra leasing e Industry 4.0

Data di pubblicazione:
9 Luglio 2020

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Un connubio irrinunciabile, volano di sviluppo economico e di miglioramento della vita dei cittadini: l'intervento del Vice Direttore Generale di Alba Leasing, Stefano Corti, al webinar "Il lease per la salute" di Assilea

L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha puntato i riflettori sul tema della salute. Dalla gestione delle cure, ai farmaci, all’utilizzo dei dispositivi medici, fino alle apparecchiature elettromedicali: una complessa rete interconnessa dove ogni attore e ogni strumento svolge un ruolo fondamentale.

Oggi si è evidenziato il valore delle apparecchiature elettromedicali non solo nella gestione della quotidianità ma anche in situazioni di emergenza ed eccezionalità.

Già lo scorso anno il leasing per questo genere di dispositivi in ambito sanitario aveva registrato un trend positivo, con 8.972 contratti per un valore complessivo di 324 milioni di euro, con una crescita, rispetto all’anno precedente, del 4,3% in numero e del 17,9% in valore.

A conferma che si tratta di un settore, questo delle apparecchiature elettromedicali, dove efficienza e innovazione tecnologica sono fondamentali e dove la sinergia con il leasing può rappresentare una spinta propulsiva fondamentale.

Ne ha parlato qualche giorno fa Stefano Corti, Vice Direttore Generale Alba Leasing, al convegno “Il lease per la salute" organizzato e trasmesso online da Assilea.

“Oggi assistiamo ad una trasformazione 4.0 non solo delle apparecchiature ma anche del processo: Industry 4.0 nasce dall’interconnessione di una serie di attori che creano un ecosistema digitalmente connesso: produttori, distributori, clienti finali, società di big data e analytics e società di leasing. Ed è proprio dall’interazione di questi attori che emergono i maggiori benefici: un processo agile che determina il miglioramento dell’efficacia dei processi di produzione e di distribuzione oltre che una migliore customer e user experience. Questi meccanismi si applicano a vari settori, e devono applicarsi anche al mondo della sanità. Digitalizzare e rendere efficiente il mercato della sanità è sicuramente una sfida irrinunciabile: da un lato avvicinare il servizio al cittadino e renderlo più fruibile, dall’altro intervenire sui costi che in molti casi arrivano ad essere veri e propri sprechi”.

“È necessario cambiare il paradigma e intervenire sui processi. Il connubio tra elettromedicale e Industry 4.0 è irrinunciabile e sarà un volano di sviluppo economico, oltre che di miglioramento della vita dei cittadini”, ha proseguito Stefano Corti. È fondamentale, in quest’ottica, intervenire sui processi e sulle infrastrutture ICT. Il primo aspetto importante è di natura culturale; nessun processo di riorganizzazione strutturale può avere successo se non è preceduto da una rivoluzione di pensiero, una rivoluzione culturale. Quindi, il primo passo che bisogna fare per rendere più fruibili anche i servizi elementari, è un intervento forte sulla predisposizione digitale del cittadino. Il Covid ci ha spinto a un maggiore utilizzo e una maggiore confidenza con gli strumenti digitali; bisogna continuare su questa strada”.

E riguardo al mercato? “Il mercato potenziale è assolutamente interessante”, ha continuato Stefano Corti. “A oggi si stima un potenziale di circa 300 miliardi di dollari a livello globale, incentivato da una serie di fattori quali la crescita dell’età media della popolazione nei paesi industrializzati, l’incremento delle patologie croniche che richiedono interventi sempre più costanti, la necessità di abbattere i costi”.

In Italia il mercato è molto vivo: operano 2100 società di produzione di strumentazione elettromedicale, abbiamo circa 1650 operatori di distribuzione, sono oltre 400 le startup che sono nate e si sono sviluppate negli ultimi 4 anni nel campo delle biotecnologie; abbiamo quasi 80.000 dipendenti, circa 1 milione e mezzo di beni venduti all’anno.

“Questo comporta una serie di benefici importanti in termini pratici: cure più facilmente accessibili, una maggiore velocità di propagazione delle informazioni, un miglioramento dell’efficacia dei trattamenti.

In questo ambito, le società di leasing possono svolgere un importante ruolo, sia dal punto di vista di prodotto che di processo. Di prodotto, perché il “bene elettromedicale” è caratterizzato da obsolescenze tecniche e in molti casi da un costo di acquisto particolarmente importante, quindi il leasing è uno strumento che risponde benissimo a queste esigenze da parte dell’utilizzatore, in modo particolare per quanto riguarda il leasing operativo dove non c’è l’opzione di riscatto del bene: le società di leasing, attraverso i propri network, possono svolgere una funzione importante in termini di circolar economy, per collocare il bene su altre strutture e su altre attività, mantenendo quindi un livello sempre elevato. Da un punto di vista di sistema, il compito è altrettanto se non più importante: il nostro compito dovrà essere quello di azzerare gli spazi fisici tra utilizzatore e produttore attraverso lo stimolo alla partecipazione a questi ecosistemi connessi. Un esempio? attraverso sistemi digitali che permettono l'utilizzo del leasing non come finanziamento, ma come strumento di pagamento, non solo attraverso link ad hoc nei siti dei produttori, ma anche attraverso la creazione di marketplace virtuali in cui, oltre a produttore e cliente siano presenti tutti quegli attori, dall’università, alla logistica, agli analytics, alla formazione, che possano creare valore”.

Quello, dunque, che può sembrare un futuro affascinante, è in realtà un presente concreto, dove innovazione, digitalizzazione e partecipazione sinergica e interconnessa dei diversi attori possono davvero fare la differenza nella costruzione di un sistema sanitario (e non solo) più efficiente e nel miglioramento della vita di tutti.

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