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Ambiente e tecnologia: 5 idee di sviluppo per il Mezzogiorno

Data di pubblicazione:
9 Marzo 2020

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Sostenibilità, innovazione, infrastrutture, giovani e imprese compongono il Piano Sud 2030 presentato dal Governo per far decollare l’economia delle regioni meridionali

L’Italia riparte dal Sud. E lo fa con cinque grandi temi, vere e proprie ‘missioni’ per favorire la crescita sociale ed economica. Cinque leve per attrarre investimenti e fare decollare l’economia del Sud Italia, perché il nostro Mezzogiorno torni ad essere attrattivo per i giovani e le imprese.

Cinque grandi missioni, con risorse, azioni, opportunità da cogliere e strumenti da utilizzare, sono state presentate lo scorso 14 febbraio nel ‘Piano Sud 2030’, guidato da una grande strategia: investire nel Sud oggi pensando all’Italia di domani.  

Nei prossimi dieci anni il nostro Mezzogiorno ha la possibilità di diventare il volano del Paese e attrarre investimenti per contribuire alla trasformazione verso un’economia in grado di garantire uno sviluppo sostenibile.

Un Green Deal per il Sud

La sfida verso un’Europa più verde e a bassa emissione di carbonio richiede investimenti in progetti energetici e ambientali.

Per il Sud questo rappresenta un’occasione unica per potenziare gli investimenti e i processi di innovazione in un settore, quello agroalimentare, che ad oggi rappresenta il 31% del totale nazionale, e che ha ancora importanti margini di crescita. Lo sviluppo porterà inevitabili benefici alle aziende che sapranno cogliere l’opportunità di investire in innovazione e tecnologia.

È prevista la creazione di un Fondo Nazionale Reddito Energetico per l’acquisto di impianti fotovoltaici attraverso incentivi e finanziamenti. Questo comporterà maggiori investimenti da parte delle imprese, un incremento degli impianti fotovoltaici e un conseguente aumento dell’indotto e della crescita economica.

Nel comparto della gestione dei rifiuti urbani, nonostante la raccolta differenziata sia cresciuta negli ultimi anni, la frazione dei conferiti in discarica è ancora molto elevata (nel 2017 erano il 40%, il doppio rispetto al nord). Per le aziende del settore ci sono quindi ampi spazi per investire: dalla gestione, alla raccolta differenziata, fino agli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti.

Il Sud frontiera dell’innovazione

Il Piano ha l’obiettivo di rendere il Sud più attrattivo per i giovani con nuove prospettive di impiego e stimolare un’inversione di marcia del trend, ormai consolidato da diversi anni, dell’emigrazione al nord e all’estero.

Al fine di rafforzare l’occupazione qualificata (ad esempio l’assunzione di ricercatori e di giovani specializzati), la dotazione industriale e lo sviluppo tecnologico, sono previsti incentivi rafforzati per aumentare il credito di imposta fino al 100% dei costi per la ricerca fondamentale, al 50% per la ricerca industriale e al 25% per lo sviluppo sperimentale.

Si prevedono inoltre un credito d’imposta in ricerca e sviluppo e misure volte a favorire la creazione e l’insediamento di nuove startup tecnologiche e l’attrazione di nuove realtà imprenditoriali, colmando il gap sostanziale tra l’utilizzo delle agevolazioni nelle regioni del Centro-Nord e il Sud.

Porti e logistica: l’internazionalizzazione del Sud

Le Zone Economiche Speciali (ZES), sono state istituite in Italia nel 2017 con il Decreto “Mezzogiorno” e, analogamente a numerose aree portuali nel mondo dove sono applicate con successo, rappresentano uno strumento che si fonda su un credito d’imposta rafforzato per investimenti in beni materiali affiancato da semplificazioni amministrative.

La piena entrata in vigore delle ZES e il sostegno al sistema portuale comporterà benefici e opportunità ad ampio raggio. Sono infatti richiesti interventi di ammodernamento e messa in sicurezza delle aree portuali, sia in termini di accessibilità marittima che di collegamento terrestre che, associate all’attuazione degli investimenti nel sistema portuale meridionale previste dalla Legge di Bilancio 2020 (a partire dai 6 milioni di euro per il retro-porto di Gioia Tauro), creeranno un vasto indotto, sia in termini di investimenti di capitali che di manodopera impiegata.

Sul piano degli incentivi fiscali, è prevista l’estensione del credito d’imposta per investimenti fino a tutto il 2022, con una copertura di ulteriori 100 milioni di euro.

Infrastrutture e connettività

Il piano prevede interventi per aumentare la connessione e l’inclusione del Sud, a partire dal potenziamento della rete ferroviaria e del trasporto pubblico locale del Mezzogiorno, e dal sostegno alle filiere logistiche territoriali, con particolare riferimento ai porti.

Da qui è atteso un forte indotto e un conseguente sviluppo sociale ed economico dato che uno dei problemi cronici del nostro Mezzogiorno è proprio la debole rete logistica ed infrastrutturale che taglia in due il Paese. 

Grazie ad un accordo con ANAS e RFI che dovrebbe garantire l’affidamento dei lavori tra il 2020 e il 2021, si guarda in primis all’alta velocità per la Salerno-Reggio Calabria, la Napoli-Bari e la Messina-Catania oltre alla manutenzione e messa in sicurezza di strade e autostrade, interventi sulla rete idrica, opere nel settore edilizia.

Saranno contemplate azioni volte al rinnovo delle flotte del trasporto locale e regionale su gomma affinché risultino meno impattanti nell’ambiente e nel territorio. 

Per favorire l’inclusione sociale verrà potenziato il sistema salute, con investimenti in tecnologia per ammodernare le macchine diagnostiche, per la maggior parte obsolete. Si punterà dunque all’implementazione di sistemi ‘intelligenti’, dalla robotica all’e-health ed e-care. Una grande opportunità per le aziende del settore, sia in termini di crescita economica che di personale specializzato dedicato. 

Giovani, lavoro e imprese

La rinascita di un Paese deve fondarsi sui giovani e su un solido sistema scolastico: nelle regioni del Mezzogiorno vi è ancora oggi un forte abbandono scolastico e un basso tasso di scolarizzazione. A ciò si accompagna una grave inadeguatezza di strutture e servizi, anche in termini di laboratori, attività extra scolastiche e dotazioni o supporti tecnologici.

Vi sono ampi margini di intervento, e conseguenti opportunità per professionisti e aziende, per contribuire alla crescita del sistema scolastico e universitario.

Il Piano prevede infatti interventi negli edifici scolastici - dall’adeguamento antisismico al miglioramento dell’efficienza energetica -, finanziamenti di progetti, investimenti nella connettività e nella dotazione di hardware e strumentazione didattica, ampliamento dell’offerta formativa attraverso l’inserimento di attività didattiche extracurricolari e laboratori.

Infine, sono previste misure di Sostegno alla contrattualizzazione per giovani dottori di ricerca attualmente operanti fuori dalle regioni meno sviluppate, con l’obiettivo di attrarre il maggior numero di ricercatori nelle Università del Mezzogiorno, migliorare la qualità della ricerca a del capitale umano.

L’ammontare complessivo destinato al Sud è notevole, circa 123 miliardi di euro. Ma mai come nel prossimo decennio sarà importante concentrarsi non tanto sull’entità delle risorse disponibili, quanto sulle missioni strategiche, la qualità delle azioni, i risultati e la capacità di realizzare gli interventi verso il raggiungimento di un’economia più sostenibile.

Una grande opportunità per il Sud, e quindi, per tutto il Paese.

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