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Innovazione e Internet 4.0: come cambia lo spazio di lavoro

Data di pubblicazione:
1 Ottobre 2019

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La rivoluzione digitale, l’interconnessione e le nuove interfacce di collaborazione hanno modificato gli interni delle aziende, che guardano al benessere psicofisico dei dipendenti tra aree relax, palestre, corsi di yoga e aree verdi

In principio era l’ufficio. Un buio corridoio centrale, stanze separate dove ognuno svolgeva il proprio lavoro individualmente, lo spazio come fotografia di rapporti gerarchici consolidati e ben radicati.

A cavallo tra la fine del secolo scorso e il nuovo millennio, complici anche i nuovi paradigmi e gli entusiasmi derivanti dalla diffusione di internet e dalle potenzialità offerte dalla rete, iniziarono ad affermarsi gli open space, per offrire risposte alle nuove esigenze organizzative e per ripensare gli spazi, ottimizzando la superficie occupata. Ambienti più ariosi e luminosi, maggiori opportunità di scambio e collaborazione tra colleghi. Ma anche più rumore, più distrazioni, minore concentrazione.

L’innovazione tecnologica, che passando dal web 2.0 ci ha portati alla recente rivoluzione digitale 4.0, ha portato con sé un cambiamento dei paradigmi culturali, sociali e di relazione. La diffusione degli smartphone ha creato una società sempre più connessa, interconnessa e iperconnessa. Nuove interfacce di collaborazione hanno creato modalità di comunicazione prima impensabili e hanno offerto la possibilità di lavorare potenzialmente da dove si vuole: la scrivania e l’ufficio non sono più le uniche scelte possibili.

Una società sempre più globale ha cancellato i limiti geografici, estendendo il concetto di ‘collega’ dal proprio vicino di scrivania a gruppi di lavoro dislocati nel mondo, anche con fusi orari diversi.

Il pubblico e il privato, con l’affermarsi dei social network, non sono più così distanti tra loro.

Di pari passo, anche il concetto stesso di ‘ufficio’ cambia, si evolve, e sta cambiando tuttora.

Sempre più aziende puntano sul benessere dei dipendenti a 360 gradi, ripensano i propri spazi per offrire aree relax, momenti di svago, palestre interne, corsi di yoga, aree verdi.

Parallelamente si stanno affermando gli uffici condivisi e i più strutturati spazi di coworking, dove è possibile ‘affittare’ una scrivania o una sala riunione per un mese, un giorno, o anche solo per un’ora. Spazi, spesso pensati secondo i dettami del design più innovativo, dove i confini tra lavoro e vita privata, tra produzione e relax sono sempre più labili. Dove, oltre a una scrivania e il wi-fi è possibile trovare una caffetteria, una palestra o un ristorante, in cui gli spazi mutano forma e destinazione. Dove è possibile concentrarsi in silenzio tanto quanto lavorare in team e fare networking. Il tutto nell’ottica di una sempre maggiore produttività.

Gli spazi dedicati al coworking sono oltre 20.000 nel mondo; in Italia a inizio gennaio 2019 erano quasi 700[1], distribuiti principalmente nelle grandi città con oltre 1 milione di abitanti e nei piccoli centri con popolazione inferiore a 50.000 abitanti.

In Lombardia si registrano numeri più alti (circa un quarto del totale, con una diffusione di 1 ogni 57 mila abitanti), seguiti da Veneto ed Emilia Romagna, con una densità per abitanti leggermente inferiore alla Lombardia. Nel centro Italia si registra una situazione analoga, ad eccezione del Lazio, dove gli spazi condivisi sono presenti quasi esclusivamente a Roma. Nel sud e nelle Isole il fenomeno è in forte crescita, soprattutto in Puglia e Sicilia, dove il trend è più netto.

Guardando alle singole città, Milano vanta il maggior numero di co-working (90, pari al 13% del totale), 1 ogni 14mila abitanti. Roma si colloca al secondo posto con poco più di 50 co-working rintracciati e 1 spazio ogni 50mila abitanti. 

Seguono Bologna con 17 (1 ogni 20mila abitanti circa), Torino e Firenze (15), Verona e Palermo (13).

Il tema quindi è di grande interesse e attualità, anche in ottica di investimenti, e in forte espansione, con ampi margini di crescita ancora possibili.

 

[1] Fonte: www.italiancoworking.it/i-numeri-del-coworking-in-italia/

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